L’umanità si è sempre confrontata con il mare e il vento. Oggi il vento che soffia sul mare è anche una fonte di energia elettrica, quella prodotta nei parchi eolici offshore. Cos’è un parco eolico offshore Un parco eolico offshore è un impianto di produzione di energia elettrica che usa turbine eoliche poste in mare aperto, di solito a una distanza di alcuni chilometri dalla costa. In questo modo, si rende produttiva anche la parte della superficie terrestre occupata da mari e oceani, pari a oltre il 70% del totale. Anche se per motivi pratici i parchi offshore si costruiscono a distanze non eccessive dalle coste, una significativa area destinata alla generazione di elettricità si aggiunge a quella disponibile sulla terraferma. Se un parco eolico è situato a poca distanza dalla costa, viene definito near-shore. In alcuni casi, i parchi eolici offshore vengono realizzati anche nei laghi. Come funziona ed è composto un impianto eolico in mare I parchi eolici offshore si possono suddividere in due grandi categorie a seconda della tecnica adottata. La prima consiste in pale eoliche fissate al fondale marino: è usata per gli impianti near-shore, nei laghi e in mare aperto se la profondità è ridotta; la seconda (floating) è più adatta in alto mare e usa pale poste su piattaforme galleggianti. Il funzionamento di un parco eolico offshore è analogo a quello dei parchi sulla terraferma (detti anche onshore): l’elettricità è generata da turbine azionate dalla rotazione delle lame, a loro volta mosse dal vento. La differenza sostanziale rispetto ai parchi onshore sta appunto nella posizione. Le componenti principali di una pala eolica (o aerogeneratore o turbina eolica) sono: la torre, cioè la struttura (alta fra i 30 e i 120 metri) che sorregge tutte le altre; il rotore, cioè l’insieme delle lame che ruotano mosse dal vento; la navicella, a cui è saldato il rotore e che contiene i dispositivi per convertire l’energia cinetica del movimento del rotore in energia elettrica. L’elettricità prodotta da un impianto eolico offshore viene trasportata sulla terraferma tramite cavi sottomarini e poi smistata nella rete di distribuzione. I vantaggi legati all'energia del vento offshore I parchi eolici offshore presentano numerosi vantaggi, alcuni dei quali sono comuni all’energia eolica prodotta sulla terraferma: il vento è una fonte rinnovabile, diffusa, abbondante e gratuita; la generazione di elettricità avviene senza emissioni di gas serra; gli impianti occupano relativamente poco spazio visto che le pale eoliche si estendono soprattutto in verticale; è un settore che contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro; quando una pala eolica viene dismessa, i materiali di cui è composta si possono in gran parte riciclare. A questi vantaggi si aggiungono quelli specifici dei parchi offshore: il vantaggio principale è che in mare i venti sono in genere più forti, anche perché non incontrano ostacoli come rilievi naturali o artificiali; il regime dei venti in mare è anche più regolare, per cui le forniture di energia sono più costanti e le strutture sono sottoposte a minori stress meccanici; inoltre è più facile stimare in anticipo la produzione di elettricità di un impianto; Le sfide ambientali ed economiche Come sulla terraferma, la costruzione e l’esercizio delle pale eoliche devono tenere conto dei fattori ambientali, in particolare della vita animale: alla tutela dell’avifauna si aggiunge, in questo caso, quella della fauna ittica – anche nell’ottica di mantenere intatte le risorse per la pesca, un’attività economica importante per molte comunità che vivono nelle zone costiere. In generale, i parchi offshore presentano sfide ulteriori rispetto ai parchi onshore, legate principalmente ai costi. Date le maggiori difficoltà logistiche, infatti, i costi per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione delle pale eoliche offshore sono maggiori, soprattutto nei parchi situati in acque profonde. D’altra parte, la possibilità di usare grandi quantità di pale di notevoli dimensioni permette di ridurre i costi di generazione per kWh. La sfida, quindi, è ridurre sempre più i costi in modo da assottigliare il margine di differenza con gli impianti eolici onshore. I parchi eolici offshore nel mondo Una sfida che comunque l’industria delle rinnovabili sta già affrontando con successo: secondo i dati dell’International Renewable Energy Agency (IRENA), fra il 2010 e il 2020 il costo medio dei nuovi impianti a livello globale è diminuito del 48%, e le stime prevedono un ulteriore calo. Di conseguenza sta aumentando anche la realizzazione di parchi offshore: fra il 2010 e il 2020 la potenza installata dell’eolico offshore a livello globale è più che decuplicata, arrivando a un totale di 34 GW. E la crescita sta accelerando: nel 2021 il totale ha superato i 55 GW, con un aumento di oltre il 60% rispetto all’anno precedente. Come riporta l’International Energy Agency (IEA), anche se nel 2021 i parchi offshore costituivano solo il 7% del totale della capacità eolica totale, la nuova potenza installata nel corso dell’anno è stata il 22% del totale: un valore record, pari al triplo del dato medio dei cinque anni precedenti. L’80% di questa crescita è dovuto alla Cina, che sta facendo registrare aumenti rapidissimi (la potenza installata è raddoppiata fra il 2018 e il 2020). È però l’Europa a giocare ancora oggi il ruolo di leader globale, ospitando oltre il 70% della potenza installata al mondo. Un primato di lunga data: il primo parco eolico offshore su scala commerciale, con una potenza di 160 MW, è stato inaugurato nel 1991 in Danimarca. Attualmente il più grande al mondo è quello di Hornsea 1, nel Regno Unito, con una potenza di 1,12 GW. L’eolico offshore in Italia Anche in Italia, nel 2022 è stato inaugurato il primo parco eolico offshore. Situato al largo di Taranto, nel Mar Ionio, ha una capacità di 30 MW – un valore inferiore rispetto agli impianti già in funzione nell’Europa settentrionale, ma non trascurabile a livello locale: per 25 anni produrrà oltre 58.000 MWh annui di elettricità, di cui almeno il 10% destinato al porto di Taranto, uno dei principali del Mediterraneo. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) considera “innovativo” l’eolico offshore nel quadro dell’obiettivo di coprire con le fonti rinnovabili il 55% dei consumi di elettricità in Italia (e il 30% dei consumi totali di energia) nel 2030. Per questo pone un traguardo di 300 MW di eolico offshore nel 2025 e 900 MW nel 2030, contemplando anche la possibilità di realizzare impianti in collaborazione con i Paesi limitrofi. Le prospettive future Come l’Italia, molti altri Paesi progettano di aumentare notevolmente (o di avviare da zero) la propria capacità eolica offshore.