Il futuro sarà sostenibile, ma per il presente intanto occorre più impegno, soprattutto da parte degli “altri”, delle istituzioni, della società. È il punto di vista di molti giovani italiani, come indica un sondaggio commissionato da Enel Green Power e realizzato dall’Istituto Piepoli intervistando mille ragazzi tra i 12 e 20 anni - in grandissima parte, dunque, studenti delle scuole medie e superiori - sul tema della sostenibilità ambientale e sui loro timori, dominati principalmente dal riscaldamento globale. Giovani e ambiente: 5 ritratti a confronto Nella stagione dei Fridays For Future, degli scioperi per il clima lanciati dalla studentessa svedese Greta Thunberg, c’è una fascia di “paladini dell’ambiente” (il 19% degli intervistati) che dicono di fare sforzi concreti per salvaguardare l'ambiente, preferiscono pagare di più per prodotti "sostenibili" e che partecipano a manifestazioni di piazza. Ci sono anche i “virtuosi” (il 25%), attenti a non sprecare elettricità, acqua, cibo e a fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Ma i due gruppi insieme rappresentano ancora una minoranza, pur se consistente, sul totale dei giovani intervistati. Accanto ai cosiddetti “menefreghisti”, che non sono interessati alla sostenibilità perché pensano che non serva (sono il 14%, il cluster più esiguo), ci sono anche giovani “autocritici” (24%), consapevoli che il proprio stile di vita non aiuta l’ambiente, ma convinti al tempo stesso che ciò valga anche per le altre persone, e i “disillusi” (19%): pensano che da soli non possano fare niente per salvare l’ambiente e si sentono dunque impotenti, credono che ci siano argomenti più importanti della sostenibilità ma fanno comunque attenzione ai consumi di elettricità e acqua e alla raccolta differenziata. Un dato che sembra indicare che nei ragazzi c’è un potenziale importante, per lo sviluppo della sostenibilità. Ma anche che bisogna costruire con loro un rapporto di fiducia, basato anche su azioni concrete e riconoscibili, su esempi. E far capire che anche i comportamenti individuali contano. “Potremmo definire i giovani italiani idealisti pragmatici: oscillano tra la voglia di un futuro migliore e lo scetticismo verso un presente che rischia di deluderli. Sono nati immersi in anni sfidanti, e questo li rende allenati a una crisi che non temono. Per loro la sostenibilità è una priorità e sono certi del fatto che il futuro sarà migliore del presente, soprattutto grazie alle loro scelte individuali: più auto elettriche, più attenzione ai consumi. Ma credono anche che per riuscire a salvare il Pianeta il loro impegno non basti: serve che le istituzioni affianchino i comportamenti dei singoli e guidino il cambiamento". Livio Gigliuto, Vicepresidente dell’Istituto Piepoli Le azioni individuali che fanno la differenza Circa un terzo dei giovani intervistati ritiene sostenibile il proprio stile di vita (un po’ meno rispetto agli adulti, che sono il 37%), e i due terzi ammettono di comportarsi anche solo saltuariamente in modo poco sostenibile, soprattutto sprecando energia elettrica e acqua. Ma quando gli si chiede dei comportamenti dei propri amici e conoscenti, i ragazzi sono più critici, e citano soprattutto lo spreco di cibo e il disinteresse su come gettare i rifiuti. Mediamente, i comportamenti sbagliati delle altre persone vengono considerati più dannosi dei propri, e il 64% pensa che amici, compagni di scuola e conoscenti non facciano abbastanza per l’ambiente. Al contrario, il 75% del campione è convinto di fare sempre o spesso attenzione, nelle azioni giornaliere, a mettere in pratica comportamenti sostenibili. I giovani però, come del resto gli adulti intervistati sullo stesso tema, sono consapevoli che comportamenti sostenibili generano benefici, soprattutto ai mari e all'aria: il 91%, sommando “molti benefici” e “abbastanza benefici”. Mentre c’è minore convinzione che questo modo di agire aiuti la società o il benessere economico. “Crediamo che la sostenibilità delle nostre azioni presenti contribuirà alla creazione di un futuro più verde e più giusto. I giovani sono l’energia del domani, per questo ci è sembrato fondamentale ascoltare la loro voce, per comprendere meglio la loro visione e poterne tenere conto nelle scelte che facciamo ogni giorno”. Antonella Santilli, Head of CSV and Sustainability Projects, EGP Il timore più grande dei giovani, per quel che riguarda l’ambiente, è il cambiamento climatico: ben il 52% è preoccupato, mentre gli adulti temono di più l’inquinamento dell’aria. Ma al tempo stesso, ragazze e ragazzi hanno fiducia nel futuro: il 51% crede che le persone metteranno in atto comportamenti migliori rispetto a oggi, solo il 10% teme invece che le cose peggioreranno. E loro stessi faranno di meglio: ne è convinto l’86% del campione (contro il 77% degli adulti). Per i giovani la città del futuro sarà percorsa da auto elettriche, fatta di edifici efficienti e alimentata dall’energia rinnovabile, ma difficilmente (solo per il 26%) i mari saranno più puliti. La fiducia nelle azioni intraprese dalle istituzioni per contrastare il climate change però è bassa: il 46% non ne ha quasi per nulla (ma per gli adulti il dato è peggiore: 54%). E sempre il 46% chiede di intervenire maggiormente sulla gestione dei rifiuti, dei gas inquinanti e dell’energia. I giovani, però, prestano ancora poca attenzione al legame tra sostenibilità ed energia: solo il 16% lo indica. E sempre il 16% dice di voler approfondire la questione della transizione energetica (il 14% quella della decarbonizzazione) mentre il 40% pensa soprattutto al tema generale del cambiamento climatico.