Sono ormai un pallido ricordo i giorni in cui Madonna, che si definiva Material Girl, tesseva con la sua voce melliflua le lodi del materialismo e della società consumista. Erano i tempi in cui il verde era solo un colore e le scelte dei consumatori si basavano quasi esclusivamente sul prodotto che più di ogni altro riuscisse a catturare la loro attenzione. Ma come Bob Dylan mise eloquentemente in parole e musica, the times they are a changin’ e per dimostrare che oggi i tempi sono finalmente cambianti, chiamiamo all’appello gli esperti della Deloitte. In un rapporto pubblicato nel maggio del 2018, la società di consulenza ha sottolineato come il 48% delle aziende sono pronte a investire nelle rinnovabili, mentre la percentuale sale a un impressionante 70% se si considera quante di queste siano consapevoli che i consumatori stiano chiedendo alle aziende sempre più attenzione alle tematiche di sostenibilità. Questo cambiamento culturale è stato determinante per l’ascesa di un’importante associazione come RE100, capace di raggruppare oltre 160 aziende e grandi multinazionali, unite dalla volontà di alimentare le proprie attività al 100% da energia rinnovabile, lavorando inoltre per favorire in modo sostanziale la domanda - e l’offerta - di energia pulita. Fra le aziende che fanno parte di questa associazione, alcune sono già “partner” di Enel Green Power: Anheuser-Busch, Bloomberg, Facebook e General Motors. Lo scorso novembre, durante la presentazione dell’ultima edizione del rapporto “RE100 Progress and Insights Annual Report” dedicato alla valutazione dello stato dell’arte nel percorso di decarbonizzazione intrapreso dai soci dell’associazione, Sam Kimmins, delegato responsabile di RE100 presso l’organizzazione non-profit The Climate Group, ha dichiarato: “nell’ultimo anno abbiamo registrato numerose adesioni da parte di aziende di tutto il mondo, trasformando RE100 in un’iniziativa di respiro veramente globale. Siamo orgogliosi di questa evoluzione, perché ci permette di sviluppare una massa critica tale da influenzare positivamente mercati come il Giappone, dove le autorità stanno iniziando a recepire le istanze perorate dai nostri soci. Il 2019 sarà quindi l’anno in cui ci lavoreremo per stimolare la domanda di energia rinnovabile da parte dei settori e le aree geografiche più influenti, così da innescare una più rapida transizione verso l’adozione di sistemi energetici a impatto zero.” Questo esempio di collaborazione proficua è la prova più lampante di come le aziende si impegnino per la difesa dell’ambiente, non solo per una semplice mania “green” ma più prosaicamente per i “verdoni”, cioè anche per una questione di business opportunity. Se si considera esclusivamente il 2016, 190 delle aziende che fanno parte della lista “Fortune 500”, hanno accumulato risparmi pari a 3.7 miliardi di dollari attraverso le proprie iniziative di risparmio energetico e di approvvigionamento rinnovabile, e questa cifra potrebbe crescere in modo esponenziale entro il 2030 fino a 12 mila miliardi di dollari grazie all’implementazione di modelli di business incentrati sulla sostenibilità e sulla riduzione delle emissioni. Grazie alla vasta dotazione di impianti rinnovabili, un modello di business che ha la sostenibilità nel proprio DNA e una gamma di PPA che gettano le basi per accordi commerciali a lungo termine e ad elevata remuneratività, Enel Green Power diventa così il partner perfetto per proseguire lungo il cammino della transizione energetica.