Dove esiste un problema spesso si nasconde anche la sua soluzione. La battuta d’arresto dell’economia mondiale provocata dalla pandemia sta generando conseguenze anche sull’occupazione. Le Nazioni Unite parlano di 1,25 miliardi di persone impiegate in settori ad altissimo rischio di chiusura. Ma proprio la crisi, secondo l’Onu, può diventare l’acceleratore per un mondo del lavoro sempre più green, resiliente e inclusivo, anche perché nel frattempo il cambiamento climatico non si è fermato. L’ambito delle professioni legate alle tecnologie verdi è relativamente nuovo, in rapido sviluppo e, soprattutto, ha ancora ampi margini di crescita. Margini che gli investimenti pubblici e privati per una ripresa economica sostenibile potrebbero allargare ulteriormente. Il solo settore delle energie rinnovabili, secondo le previsioni del Global Renewables Outlook 2020 di IRENA (International Renewable Energy Agency), produrrà 42 milioni di posti di lavoro entro il 2050, quattro volte quelli di oggi. Grazie all’innovazione tecnologica che ha aumentato la resa dei materiali, negli ultimi dieci anni il costo dell’elettricità da energie pulite è sensibilmente diminuito rendendo gli investimenti sempre più convenienti. Più di 3 milioni i lavori “verdi” in Italia Il 2020 potrà così essere ricordato non solo per la drammatica sfida posta dal Covid-19 ma anche come anno della ripartenza all’insegna del green in tutti i settori, occupazione compresa. Le basi su cui costruire questa ripartenza sono gettate. Secondo l’ultimo rapporto Green Italy di Symbola e Unioncamere il numero di posti di lavoro “verde” in Italia nel 2018 è arrivato a 3,1 milioni. Nel 2019 sono stati stipulati più di mezzo milione di nuovi contratti di assunzione in questo ambito, di cui quasi la metà (46%) a tempo indeterminato, secondo Tessa Gelisio e Marco Gisotti, autori del volume “100 Green Jobs per trovare lavoro”. Gisotti, direttore di Green Factor, ha curato anche con Legambiente il progetto “Ecco”, secondo il quale quasi l’80% delle imprese ha richiesto qualche tipo di competenza ambientale ai neo-assunti, non solo ai laureati ma anche ai diplomati. Sempre secondo Symbola-Unioncamere, sono oltre 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi che negli ultimi 5 anni hanno investito in prodotti e tecnologie rinnovabili ed ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia, e circa la metà si trovano nel Centro-Sud Italia. La scelta green sembra premiare: il 51% delle aziende “eco-investitrici” ha segnalato un aumento dell’export, rispetto al 38% di quelle che non hanno investito abbastanza in sostenibilità. “Le aziende hanno valore se vanno a occupare spazi sostenibili per l’umanità: le rinnovabili sono veramente la dorsale su cui percorrere l’affondo” Guido Stratta, Responsabile People & Organization, Enel Enel Green Power in cerca di talenti Come leader mondiale nelle energie rinnovabili, abbiamo una pipeline di nuovi impianti molto ambiziosa, già partita in agosto con la costruzione del parco eolico di Partanna, in Sicilia. Le attività di realizzazione di nuova capacità eolica e solare interesseranno diverse regioni del Paese, così come l'attività di repowering e ristrutturazione di impianti esistenti, di tipo eolico ed idroelettrico. Investimenti che avranno ricadute economiche importanti per le comunità dove verranno realizzati gli impianti, per l’occupazione locale e lo sviluppo di un indotto di servizi, la formazione di nuove figure professionali, la creazione di valore per i Comuni e le aree interessate, oltre, ovviamente, alla fornitura di energia pulita. Ma quali sono i green job su cui puntiamo? “Cerchiamo profili duttili che hanno sì un expertise ma fondano il loro futuro sulla capacità di trasformarsi e di collegarsi ad altri. Persone che amano la contaminazione dei saperi, aperti al futuro, aperti a tutto, aperti alla curiosità” Guido Stratta, Responsabile People & Organization, Enel In riferimento ai profili professionali cerchiamo figure come il site manager, il commissioning manager, il site coordinator, il safety manager e quality coordinator e l’energy manager. Ma il futuro del lavoro appartiene sempre di più anche ai data scientist, agli specialisti di Big Data, di analisi e tecnologie cloud, di automazione e machine learning. A conferma che lo sviluppo delle rinnovabili è il punto d’incontro tra sostenibilità e innovazione tecnologica, un’innovazione che non si ferma mai. “Quello che vogliamo sono occhi che brillano, voglia di fare, voglia di continuare un cammino verso qualcosa che per noi è veramente il fuoco che anima tutti, il nostro scopo. - conclude Stratta - Vediamo veramente un futuro luminoso, un futuro in cui le persone con l’energia possono fare delle cose belle”.