Il sole sta per tuffarsi tra le onde dell’Oceano Indiano. È sera nella provincia del Capo Orientale. Sulla Garden Route, che collega Città del Capo a Durban, il traffico è intenso: sono le ultime ore di una classica giornata di lavoro di uno degli angoli più dinamici e industriosi del Sudafrica. Tecnici, ingegneri e operai di Enel Green Power chiudono la giornata del cantiere di Gibson Bay. Dal 14 aprile 2015 sono all’opera per costruire un parco eolico da 111 MW e ormai sono al rush finale. Il lavoro è stato produttivo, il piano di avanzamento è stato rispettato, domani metteranno un altro tassello. Intanto smontano il turno e passano il testimone a colleghi che si trovano dall’altra parte del globo, a oltre 15mila chilometri di distanza. Quando la notte cala sul cantiere sudafricano di Gibson Bay e i lavori vengono sospesi, il sole sorge a Rock Creek nel Missouri (Usa) e altri tecnici, ingegneri e operai si mettono all’opera per costruire un altro parco eolico da 300 MW di capacità installata. È il cantiere globale di Enel Green Power dove non tramonta mai il sole. Dall’India al Perù, dal Messico all’Italia lavoriamo ogni giorno per costruire nuovi impianti: una staffetta ideale che percorre il Pianeta senza fermarsi mai. La carica dei 1100 Nel 2016 abbiamo realizzato 2.018 MW di capacità costruita grazie al lavoro di tutti e all’impegno quotidiano nei cantieri del team internazionale della divisione Ingegneria e Costruzioni di EGP. "Per costruire un impianto rinnovabile possono servire anche creme per la protezione solare a fattore 50, tende a igloo anti gelo o stivaloni a tutta coscia, simili a quelli per pescare in mezzo ai fiumi." Chi di noi sta lavorando alla costruzione della centrale geotermica di Cerro Pabellón nel deserto di Atacama in Cile, la prima di tutta l’America Latina, è esposto a radiazioni solari tra le più elevate del Pianeta, ha imparato a fare i conti con l’aria rarefatta e povera di ossigeno che si respira a oltre 4000 metri di altezza e a convivere con raffiche di vento in grado di sollevare da terra una persona. Nel sito di Waseca, uno dei 16 cantieri aperti per la costruzione del campo solare di Aurora, il nostro più grande impianto fotovoltaico negli Usa, tecnici e operai hanno dovuto fare i conti anche con piogge torrenziali in grado di scaricare a terra in 24 ore oltre 2milioni di litri di acqua - un record mai registrato negli ultimi 1000 anni di storia del Minnesota - e con temperature a -30° rese ancora più rigide dal vento e da nevicate continue. Il segreto nascosto nei numeri Quando un nuovo impianto viene completato il comunicato stampa che annuncia la chiusura del cantiere e il raggiungimento del traguardo riporta l’investimento fatto, la capacità installata, l’energia pulita che è in grado di produrre, le emissioni di CO2 che permette di evitare, il numero di famiglie a cui ha fornito elettricità. Numeri importanti che dicono molto, ma non dicono tutto. "Ogni singolo impianto, dal più piccolo al più grande, in qualunque località della Terra venga realizzato, è innanzitutto una storia quotidiana di persone, di lavoro e sfide vinte." Per rispettare le tabella di marcia, garantire la sicurezza nel cantiere o il contenimento dei costi di costruzione servono processi efficaci, piani operativi ben studiati e strumentazioni efficiente e di avanguardia. Ma bisogna anche saper convivere con condizioni climatiche estreme, fare i conti con quotidiani imprevisti dell’ultima ora e lavorare in team come pochi altri al mondo fanno. Alla base di tutti i progetti e di ogni record, anche quello che abbiamo raggiunto nel 2016, c’è sempre lo stesso fattore: oltre 1100 persone, il lavoro, la passione, ogni giorno.